Spettacolo di nubi colorate su novarese e Vco: la spiegazione
Nel corso del pomeriggio di ieri, venerdì 22 dicembre, nel cielo del novarese e del Vco sono apparse tante spettacolari colorate nubi iridescenti nelle aree a ridosso dell'arco alpino che hanno più risentito degli effetti delle onde orografiche.
Come è stato possibile questo fenomeno? Di norma si tratta di nubi alte (altocumuli lenticolari e altostrati), costituite in prevalenza da minuscoli cristalli di ghiaccio, che scompongono la luce come dei prismi. La straordinaria varietà di colori e sfumature dipende dai complessi processi di riflessione, rifrazione e interferenza che i raggi solari subiscono interagendo con le piccolissime particelle allo stato solido che compongono la nube. Un fenomeno ottico-atmosferico particolarmente suggestivo, che ricorda per sommi capi quello dell'arcobaleno.
Non è da escludere l'ipotesi di un interessamento diretto della stratosfera, là dove la formazione di nuvolosità è decisamente più rara a causa della scarsa presenza di umidità. Sui cieli europei potrebbero aver fatto la loro comparsa le nubi stratosferiche, note anche come nubi madreperlacee per il loro aspetto iridescente. Un fenomeno che assumerebbe connotati di eccezionalità per le nostre latitudini: tali corpi nuvolosi, infatti, solitamente si sviluppano attorno ai 15.000 - 25.000 metri di quota sulla verticale dei Poli, a temperature inferiori ai -78/-80°C; valori termici estremi che consentono la condensazione di misture naturali di acqua e acido nitrico.
A causa della loro altitudine e dell'effetto della curvatura terrestre, le nubi stratosferiche ricevono luce solare al di sotto dell'orizzonte visibile, risultando luminose prima dell'alba e fino a due ore dopo il tramonto. I loro colori derivano dagli aghi di ghiaccio che compongono la nube. La loro superficie va a supportare quelle reazioni chimiche che portano in concomitanza con il ritorno dei raggi solari in primavera alle latitudini polari.
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