Il Governo impone per l’ennesima volta il voto di fiducia sul super green pass
Inizierà oggi l’iter di approvazione alla Camera del cosiddetto “super green pass”. La misura, già approvata come decreto da parte del governo, per rimanere in vigore dovrà essere convertita in legge dal Parlamento entro il prossimo 25 gennaio. Tuttavia il governo non intende nemmeno concedere una settimana di tempo per dibattere, emendare e votare il testo ai rappresentanti dei cittadini. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha infatti già posto a nome del governo la questione di fiducia. Come se non bastasse, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, il presidente della Camera Roberto Fico ha chiesto ai gruppi parlamentari l’impegno di effettuare il voto finale sul provvedimento entro mercoledì sera con la giustificazione che serve tempo «permettere la riorganizzazione degli spazi in vista della seduta comune del Parlamento il 24 gennaio per l’elezione del capo dello Stato».
Ancora una volta, come in occasione di ogni precedente che ha riguardato le restrizioni introdotte durante la pandemia, i parlamentari non potranno emendare nessuno dei punti stabiliti dal Governo, nemmeno per modificare gli aspetti del decreto che hanno creato una evidente disparità per gli abitanti delle isole, ai quali è di fatto impedito di poter accedere a servizi primari di base se privi di vaccinazione, con conseguenza anche gravissime come nel caso della donna sarda malata di tumore alla quale è stato impedito di imbarcarsi per Roma, dove avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico urgente all’ospedale Gemelli.
Il decreto sulla certificazione verde rafforzata è già stato approvato dal Senato, quella della Camera sarà quindi la conversione definitiva. Inoltre, al Senato sono stati introdotti emendamenti che hanno reso ancor più restrittivo il testo, introducendo ad esempio l’obbligo vaccinale anche per gli studenti dei corsi di laurea impegnati nello svolgimento dei tirocini pratico-valutativi per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio delle professioni sanitarie sono obbligati a vaccinarsi entro il 15 febbraio. Senza inoculazione, booster compreso, questi non potranno infatti accedere alle strutture dove si svolgono i tirocini. Il tutto in sfregio anche alle osservazione fatte direttamente da Amnesty International, la principale organizzazione non governativa al mondo in tema di diritti umani, che ha richiesto al governo italiano di “permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”.
Commenti (0)