È morto suicida in carcere John McAfee, padre dell’antivirus

È morto suicida in carcere John McAfee, padre dell’antivirus

Era gennaio 2019 quando John McAfee, il fondatore dell’omonimo programma antivirus scriveva: «Ho raccolto un dossier sulla corruzione dei governi. Per la prima volta faccio nomi e dettagli. Se vengo arrestato o sparisco, 31 Terabytes di dati incriminanti saranno rilasciati alla stampa» A ottobre 2020 è stato arrestato all’aeroporto di Barcellona in quanto ricercato come presunto evasore fiscale. Il tribunale spagnolo aveva dato l’ok per l’estradizione negli States. Il 15 ottobre scriveva dal carcere di Barcellona: «Sono soddisfatto qui. Ho degli amici. Il cibo è buono. Tutto va bene. Sappiate che se mi impicco, come Epstein, non sarà colpa mia»

Oggi è stato trovato morto impiccato…

Le guardie del penitenziario Brians 2 hanno cercato di rianimare il 75enne McAfee ma senza successo. I medici accorsi immediatamente sul posto non hanno potuto far altro che certificare la sua morte, sulla quale non sono stati forniti altri dettagli.

L’eccentrico imprenditore milionario era stato arrestato in ottobre in Spagna, su ordine di cattura partito dagli Usa, dov’è accusato in particolare per la mancata dichiarazione dei redditi realizzati con la promozione di criptovalute e con la vendita dei diritti sulla storia della sua vita per un documentario. Le accuse nei suoi confronti erano state avanzate dalle procure del Tennessee e di New York, secondo le quali McAfee non ha pagato tasse su nessuno dei suoi redditi fra il 2014 e il 2018.

Il padre dell’antivirus si era difeso e aveva contrattaccato, definendo le accuse di evasione motivate politicamente senza comunque entrare nel dettaglio. Pur da dietro le sbarre comunque il suo profilo Twitter era rimasto attivo, e continuava a cinguettare il suo apprezzamento per le criptovalute e una serie di attacchi contro le autorità che, a suo avviso, lo perseguitavano.

Il suicidio è l’epilogo di una vita complicata per il guru della tecnologia con il look e l’atteggiamento da rockstar. Il re degli antivirus nel 2012 era stato sospettato della morte di Gregory Faull, un americano come lui finito a colpi di arma da fuoco a San Pedro Town, nell’isola di Ambergris in Belize, lo stesso paradiso tropicale dove McAfee si era trasferito dopo avere venduto per milioni di dollari quella che era allora la società leader della protezione informatica nel settore dei personal computer.

Per sfuggire all’interrogatorio della polizia aveva attraversato illegalmente il confine e chiesto asilo in Guatemala: una richiesta non andata a buon fine, tanto da costringerlo a rientrare negli Stati Uniti. McAfee venne successivamente scagionato dall’accusa. Ma le sue grane sono continuate e nell’agosto del 2015 è stato arrestato in Tennessee per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e per la presenza di una pistola nell’auto.

Fra i suoi vari problemi legali, McAfee non aveva mai abbandonato la sua passione per la tecnologia, con la quale aveva cercato di ricrearsi una carriera imbarcandosi in varie avventure quali il lancio di Chadder, l’app a prova di spie.
Tutti tentativi non riusciti, o almeno non riusciti quanto il suo famoso antivirus che lo ha reso un nome comune per miliardi di famiglie.