Coronavirus, l’allarme sulla povertà del ministro del Sud Provenzano: “È a rischio la tenuta democratica. Estendere il reddito di cittadinanza”.
Dopo i tentati assalti al supermercato di Palermo, gli 007 avvertono: "Rischio rivolte al Sud".
Il ministro: "Polveriera sociale, mettere soldi in tasca agli italiani". Castelli, numero due del Tesoro: "Stiamo pensando di semplificare le procedure di accesso al reddito di cittadinanza, allargandolo a chi non ce l’ha".
Bergoglio prega per "la gente che non può lavorare, perché non aveva un lavoro fisso. Inizio a vedere il dopo pandemia".
Il “rischio” è che le “preoccupazioni” dei cittadini diventino “rabbia e odio” nelle aree “fragili” del Paese. L’allarme arriva dal ministro del Sud Peppe Provenzano che spinge perché “il bilancio pubblico” si prenda cura di tutto il “tessuto sociale” e “lo deve fare adesso” con “misure universali e immediate di sostegno”. Tradotto: garantire la tenuta democratica del Paese, gestendo le sacche di povertà, anche estendo il reddito di cittadinanza. Una proposta che trova d’accordo anche la vice-ministra all’Economia, Laura Castelli: “Stiamo pensando di semplificare le procedure di accesso al reddito di cittadinanza, allargandolo a chi non ce l’ha”, dice a La Stampa.
Gli 007: “Rischi rivolte al Sud” – Le immagini dei supermercati assaltati in Sicilia, nonché i video di scene di tensione a Bari di fronte ad alcune filiali bancarie perché c’è chi non ha più soldi per fare la spesa, agitano il governo, ma non solo. La tesi di Provenzano è di fatto sposata anche dai rapporti dell’intelligence che avvertono: “C’è il rischio di rivolte nel Mezzogiorno”. E anche il Papa, nella preghiera del sabato a Santa Marta, si dice preoccupato per la “gente che non può lavorare, perché non aveva un lavoro fisso” e avverte: “Si ricominciano a vedere persone che hanno fame”.
“Mettere soldi nelle tasche degli italiani” – Provenzano chiede l’estensione del reddito di cittadinanza, ritenuta “indispensabile”. “Con il Cura Italia abbiamo fatto molto, in pochi giorni la manovra di un anno. Ma ora dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati”, spiega definendola una “priorità” del decreto di aprile con il quale il governo ha intenzione di stanziare almeno altri 25 miliardi per supportare il Paese nella crisi dovuta alla pandemia di coronavirus. “Così come va assicurata liquidità al sistema delle imprese per tenerlo in vita, bisogna tenere in vita la società. Liquidità anche per le famiglie, per chi ha perso il lavoro e non ha tutele”, argomenta il titolare del dicastero per il Mezzogiorno in un’intervista a Repubblica.
“Agire subito sulle disuguaglianze” – “Bisogna agire subito, è a rischio la tenuta democratica. Il reddito di cittadinanza va esteso”, sintetizza Provenzano spiegando che “in gioco “c’è l’ossatura della democrazia” e “la polveriera sociale rimanda a una grande questione democratica”. Ovvero: “Viviamo giorni in cui per stato di necessità molte libertà sono compresse. Per ritrovarle dopo, dobbiamo affrontare le disuguaglianze anche nel momento dell’emergenza. Siamo entrati in questa crisi essendo già il Paese più diseguale d’Europa”.
Castelli: “Sì al reddito di emergenza” – Le preoccupazioni di Provenzano vengono sposate dalla vice-ministra all’Economia, Laura Castelli, che chiede un “reddito di emergenza per tutti”. In un’intervista a La Stampa, la numero due del Tesoro indica in uno “strumento facile da usare” per garantire reddito a tutti la priorità: “Stiamo pensando di semplificare le procedure di accesso al reddito di cittadinanza, allargandolo a chi non ce l’ha, e senza le condizioni previste”. Su cifre e tempi, la ministra si tiene cauta: “Ne stiamo parlando, anche con l’opposizione: il prima possibile e la cifra sarà dignitosa”.
“Creare lavoro nuovo con gli investimenti” – Per il ministro del Sud, l’estensione del reddito di cittadinanza dovrebbe avvenire “rivedendo i vincoli patrimoniali”, perché “chi ha una casa familiare o dei risparmi in banca che non vuole intaccare oggi non può accedervi”, e “rafforzando il sostegno alle famiglie numerose”. Per chi ha perso il lavoro, aggiunge, “deve essere una cifra equa rispetto alla cassa integrazione: 1000-1100 euro al mese. In tutti gli altri casi deve essere un compenso che garantisca la dignità”. Bisogna, conclude, “creare lavoro buono con gli investimenti” ma “in attesa che questo avvenga la società va accompagnata”.
Sicilia, tra controlli e occhio alla speculazione – Le scene dei supermarket in Sicilia sono eloquenti, del resto. Per questo scatteranno i presidi delle forze dell’ordine all’esterno. Non solo: su disposizione del governatore Nello Musumeci, da oggi il Nucleo operativo per la sicurezza agroalimentare del Corpo forestale della Regione Siciliana inizierà controlli a campione sui prezzi dei prodotti del settore sia nelle piattaforme della grande distribuzione sia in diversi punti vendita. “Un’operazione – spiega Musumeci – che tende a tutelare il consumatore in un momento in cui c’è stata purtroppo una ingiustificata corsa collettiva per riempire le dispense”. Con un possibile effetto collaterale: “Non vorremmo che qualcuno ne abbia approfittato per operare inammissibili rincari e vigileremo affinché ciò non accada e per colpire, eventualmente, i trasgressori”.
Il Papa: “Si comincia a vedere gente che ha fame” – Ad avvertire sulle conseguenze della pandemia è anche Papa Francesco. Durante la messa del sabato a Santa Marta, trasmessa in streaming, il pontefice ha ricordato come in alcune parti del mondo si comincia a vedere “gente che ha fame” perché “non può lavorare, non aveva un lavoro fisso, e per tante altre circostanze”. “Incominciamo già a vedere il ‘dopo’, che verrà più tardi ma comincia adesso”, è stato il monito di Bergoglio.
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