Giuliano, 18 anni, morto da stagista schiacciato da una lastra: non ha diritto al risarcimento

Giuliano, 18 anni, morto da stagista schiacciato da una lastra: non ha diritto al risarcimento

Nell’anno in cui la provincia di Venezia si colloca al secondo posto in regione per numero di decessi sul lavoro (21 nei primi dieci mesi del 2022 se si considerano anche i 7 in itinere), c’è stata una tragedia più tragedia delle altre: per l’età della vittima e per le circostanze. Il riferimento va a Giuliano De Seta, 18 anni compiuti da un mese, schiacciato da un blocco di acciaio di poco più di una tonnellata, nella fabbrica in cui - lui studente di quinta all’istituto tecnico Leonardo da Vinci di Portogruaro - stava svolgendo lo stage nell’ambito del progetto formativo di alternanza scuola-lavoro.
Giuliano, residente con la famiglia a Ceggia, dunque era uno stagista e non un operaio della Bc Service di Noventa di Piave, dove il 16 settembre scorso attorno alle 17 ha trovato la morte. Tale “status” incide sul diritto al risarcimento Inail: se sei stagista non ce l’hai, a meno che tu non sia capofamiglia, condizione difficile da soddisfare quando sei da poco maggiorenne e non hai ancora terminato la scuola.
Nella foto grande vediamo finalmente il blocco del peso di 1.056 chilogrammi, tutt’ora sotto sequestro, cioè l’”arma” che ha ucciso Giuliano. Siamo di fronte alla scena del crimine, alterata rispetto alle condizioni originarie, perché come è comprensibile che sia, la prima preoccupazione di chi era presente al momento dei fatti è stata quella di liberare nel più breve tempo possibile Giuliano dalla “trappola”, purtroppo rivelatasi letale.

GLI ACCERTAMENTI
Da ciò discende che, sul fronte degli accertamenti, l’unico dato incontrovertibile a disposizione è la causa di morte: trauma da schiacciamento. Perché il manufatto è caduto? È il quesito principe che il giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori ha posto al ctu, l’ingegner Franco Curtarello, incaricato di redigere la perizia tesa a ricostruire la dinamica. Il deposito è previsto entro il 13 febbraio, quindi le parti potranno produrre le relative osservazioni. La prima udienza del processo è stata fissata il 10 marzo. Contestando loro il reato di omicidio colposo, la pm Antonia Sartori ha iscritto nel registro degli indagati il titolare e il responsabile della sicurezza della Bc Service, il tutor scolstico e la preside dell’Itis. Finora ci sono solo delle ipotesi, le quali comunque dimostrerebbero delle criticità in merito alle condizioni di sicurezza all’interno dell’impresa specializzata nella lavorazione del metallo. Un testimone oculare c’è, l’operaio che era all’incirca a un e metro e mezzo di distanza da Giuliano e che dice di averlo perso vista per circa cinque minuti.

E in quei cinque minuti, mentre lui era di spalle, di sarebbe consumato l’irreparabile, preceduto da un “rumore secco metallico”. Cosa lo ha provocato? Lo stesso testimone avrebbe affermato che quando si è allontanato il blocco, appoggiato sui cavalletti alti circa 60 cm, era agganciato al carroponte che così lo sorreggeva come imposto dalla normativa sulla sicurezza. Eppure se ci fossero stati, Giuliano sarebbe ancora vivo. Impossibile, inoltre, come stabilito anche da una simulazione pratica, che quel blocco di 10 quintali possa essere stato sbilanciato da Giuliano che posto di fronte a esso e in ginocchio stava posizionando della viti. Per riuscire a spostarlo e con immane fatica ci vogliono almeno tre persone. La circostanza più realistica cui pensare è che una volta poggiato sui cavalletti, il blocco sia stato sganciato dalle catene tramite l’azionamento del carroponte e che la manovra non sia riuscita provocando il sollevamento-sbilanciamento e quindi la caduta. Già ma se così fosse, la domanda cui rispondere è: chi ha schiacciato il bottone del telecomando?