Da lunedì gli studenti in Dad potrebbero diventare 7,6 milioni: nove su dieci: 3 milioni e 500 mila bambini della scuola dell'infanzia e primaria, un milione e 500mila alunni delle medie e 2 milioni e 600 mila studenti delle superiori potrebbero essere impegnati nella Dad. I calcoli li ha fatti in questi giorni la rivista specializzata Tuttoscuola secondo la quale in 17 Regioni su 20 potrebbero essere chiuse tutte le scuole. Le uniche Regioni con la scuola in presenza resterebbero Sicilia, Valle d'Aosta, e Sardegna.
Con la zona rossa non ci sono più lezioni in presenza per tutti gli alunni, dagli asili nido alle scuole superiori. Lo stesso vale in tutti i Comuni dichiarati rossi con ordinanze locali, a prescindere dal colore della regione. Gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali potranno continuare ad andare in classe. Per quanto riguarda le università sono le singole università a decidere quali attività formative indispensabili possono essere mantenute in presenza, nel rispetto del protocolli e sentito il Consiglio universitario regionale. E lo stesso vale per esami e sessioni di laurea, di cui va garantito svolgimento e modalità pubblica (anche telematica).
In attesa di decisioni definitive, anche nelle regioni dove fino ad oggi le scuole sono state in presenza come il Lazio alcuni presidi hanno iniziato, con delle circolari, ad avvertire i genitori di far portare a casa, a scopo precauzionale, tutto il materiale didattico per avere a disposizione il materiale necessario nel caso in cui non fosse più possibile mantenere la frequenza in presenza..
Genitori contro la Dad, "impugneremo Dpcm Draghi" In Emilia-Romagna sono tre i ricorsi al Tar da gruppi di genitori di Bologna, Ravenna e Rimini, rispettivamente contro le ordinanze regionali n. 22, 23 e 25 che hanno disposto la chiusura delle scuole ad esclusione di quelle dell'infanzia. "La Regione in materia scolastica, così come previsto dalla Costituzione, non ha competenze a legiferare". Spiga così il ricorso del gruppo di Rimini l'avvocato Annalisa Calvano, tra i genitori che a gennaio erano scesi in piazza per protestare contro la dad. "La didattica a distanza non garantisce lo sviluppo appieno della persona.
È stato dimostrato da tanti studi che i ragazzi in questo modo si stanno intristendo", prosegue Calvano, nel cui ricorso, portato avanti insieme agli altri dallo studio legale bolognese di Milli Virgilio, è allegata una relazione degli epidemiologi Sara Gandini e Luca Scorrano che nega una correlazione tra la scuola e l'aumento dei contagi. "Questo ci pone un'ulteriore riflessione - commenta Calvano -perché andare in zona scura e chiudere solo le scuole e non i centri commerciali, i negozi, eccetera?".
È poi intervenuto anche l'esecutivo nel disporre le chiudere delle scuole in zona rossa. "Il nostro obiettivo è anche quello di impugnare a breve il Dpcm Draghi presso il Tar del Lazio per garantire ai ragazzi un ritorno sui banchi di scuola"
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