Salvini, tregua con Di Maio: “In tanti vogliono un’Italia serva, ma noi dureremo 5 anni”
Alle otto del mattino Matteo Salvini si presenta sulle rive del Lago di Como a Cernobbio per salutare la platea amica degli imprenditori di Coldiretti e per lanciare un messaggio chiaro, il governo non cadrà perché «abbiamo così tanti avversari fuori che sono interessati ad avere un Italia precaria in ginocchio e serva che dentro dobbiamo andare d’accordo. Io condizioni non ne pongo, dureremo cinque anni nonostante le agenzie di rating». Ma Salvini apre anche un fronte con l’Ue perché non ha ricevuto risposte da Macron sugli sconfinamenti della gendarmeria francese: «È surreale che ci siano i commissari europei che ci danno lezioni sul non cambiare la legge Fornero e sul dovete aprire i porti mentre i francesi continuano a scaricarci centinaia di migranti alle nostre frontiere senza frontiere e che a Bruxelles nessuno apra bocca. Dunque visto che sono le otto di mattina e posso ancora farlo chiedo a Junker una risposta ferma a quella che è un evidente presa in giro degli italiani e dei regolamenti europei».
Dunque Salvini parte per Roma (alle 13 è in programma un Cdm con Di Maio e Conte) con la volontà politica di tenere insieme la maggioranza giallo-verde perché «c’è stata qualche incomprensione interna e io faccio esercizio di yoga per superarla e la supereremo. Se c’è un decreto che in parte non va bene a qualcuno che l’ha scritto lo riscriviamo da cima a fondo». Insomma «non faccio saltare un governo e non vogliamo farci impaurire dalla agenzie di rating che in passato hanno clamorosamente dimostrato di fallire i loro giudizi come falliranno questa volta».
Salvini vuole portare a casa il suo programma - decreto immigrazione, flat tax e riforma Fornero e non alcuna intenzione di «metterle in discussione su qualche codice e codicillo su cui i Cinquestelle hanno ripensato». E spiega: «A loro ho detto: lo avete scritto e riletto e avete cambiato idea? Allora ve lo riscrivete e a me va bene perché io non cambio idea dalla sera alla mattina». Adesso resta da capire quali sono le contropartite per questo compromesso. La prima, ad esempio, potrebbe essere questa: «Abbiamo presentato un decreto immigrazione e sicurezza concordato a lungo ma una forza alleata di maggioranza invece di un emendamento me ne presenta 81. Se io avessi dovuto comportarmi alle stessa maniera sul decreto di Di Maio avrei potuto presentare 500 buone idee ma questo lo fanno le opposizioni e non lo fa la maggioranza. È dunque spero che queste buone idee che saranno eccezionali si riducano a un numero più normale altri».
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