Roma, anche i vigili Ugl domani al sit in contro le mascherine all’aperto Gabrielli, manifestazioni solo nel rispetto delle regole
« Tutte le manifestazioni pubbliche devono svolgersi soltanto in «forma statica» e solo a condizione che vengano rispettate tutte le regole previste dalla normativa anti Covid, vale a dire garantendo il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. In caso contrario, le forze dell’ordine dovranno scioglierle». È quanto scrive il capo della Polizia Franco Gabrielli in una circolare inviata a tutti i prefetti e i questori nella quale viene indicata la linea da tenere nei confronti di tutti gli appuntamenti previsti, a partire dalla manifestazione dei negazionisti in programma domani a Roma.
Intanto però anche il coordinamento romano della Ugl della polizia locale e la segreteria provinciale di Roma della Ugl Autonomie aderiscono alla marcia di protesta contro l’obbligo delle mascherine negli spazi aperti, in programma sabato 10 ottobre a piazza San Giovanni.
Il coordinatore romano Marco Milani ed il segretario provinciale Sergio Fabrizi rivendicano: «Siamo stati i primi, come sindacato di polizia locale Ugl, nel marzo scorso, a mettere da parte il nostro stesso istinto di conservazione e sospendere ogni tipo di rivendicazione sindacale fino alla fine dello stato d’emergenza. Allora non si sapeva molto del Covid 19 e il virus ci veniva presentato potenzialmente pericoloso come un epidemia di Ebola o di Vaiolo. Nonostante i timori abbiamo continuato a svolgere il nostro servizio, in città paralizzate dalla paura, anche in imbarazzante mancanza di idonei dispositivi di protezione.
Dissuadendo e reprimendo, anche duramente, cittadini già provati dalla profonda crisi economica e sociale, dall’inottemperanza al rispetto delle regole dei decreti ministeriali. Oggi, pur senza sottovalutare, né minimizzare la pericolosità di una forma influenzale particolarmente aggressiva, riteniamo però come la stessa non possa, né debba essere gestita con continue reiterate quotidiane rinunce ai diritti di libertà, della persona e dei lavoratori. O, ancora peggio, con l’introduzione di nuove regole difficilmente comprensibili a suon di pesanti sanzioni».
Prosegue la dichiarazione d’intenti: «L’ “emergenza” non deve costituire un alibi per l’incapacità di gestione del quotidiano e, pur senza voler abdicare ai doveri di chi veste un’uniforme, intendiamo manifestare in modo pacifico il nostro dissenso».
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