La guerra di Salvini alle Ong: "Da oggi si cerchino altri porti"
Mentre la Francia e l'Italia ritrovano il sereno nei rapporti bilaterali dopo le accuse reciproche, non tramonta il sole dell'attenzione sull'emergenza migranti nel Mediterraneo.
Certo: l'Aquarius è ormai in rotta verso Valencia. Ma le Ong continuano a pattugliare le coste della Libia in attesa di avvistare barconi carichi di migranti. Ed è proprio contro le Organizzazioni non governative che sembra si stia concentrando l'attenzione di Matteo Salvini.
Nei giorni scorsi, infatti, a Catania è sbarcata una nave della Marina italia carica di oltre 900 migranti. L'Italia, seguendo la legge del mare, li ha strappati alla morte e portati nei suoi porti. lo stesso avverrà, probabilmente, per l'imbarcazione Usa con i suoi rifugiati a bordo. Ma il ministro dell'Interno è intenzionato a non permettere a associazioni private di gestire le politiche migratorie di uno Stato sovrano. Il ragionamento è questo: gli stranieri che salviamo nella nostra area Sar, ce li teniamo; ma se organizzazioni varie si piazzano a poche miglia dalle coste di Tripoli in attesa del carico di carne umana, allora si trovino un altro porto dove sbarcare.
Ecco perché stamattina Salvini, come di consueto sulla sua pagina Facebook, ha mandato un messaggio chiaro alle altre due Ong che in queste ore pattugliano il mare nostrum. "Mentre la nave della Ong Aquarius naviga verso la Spagna (arrivo previsto domani mattina) - scrive il ministro leghista - altre due navi di Ong con bandiera dell'Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia, in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti. Sappiano questi signori che l'Italia non vuole più essere complice del business dell'immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi. Da ministro e da papà, lo faccio per il bene di tutti".
Stanotte la tedesca Lifeline ha soccorso 118 persone - tra cui 14 donne, 4 bambini e un neonato - al largo delle coste libiche. Ma Salvini ha dimostrato, almeno in queste prime ore, di saper davvero chiudere i porti italiani alle Ong. Resta un problema: dove andranno non appena saranno cariche di immigrati? Malta sembra una strada difficilmente percorribile, visto che non ha ceduto neppure su Aquarius. La Spagna non potrà dimostrarsi sempre solidale, se è vero che a Valencia i suoi centri di accoglienza hanno pochi posti rimasti. Ci sarebbe la Francia, magari con la sua bella Corsica. Il ministro dell'Interno ci sta pensando. Non è un caso se ieri, accettando le scuse di Macron, ha chiesto che Parigi passi "dalle parole ai fatti". In che modo? "La Francia accoglie molto meno rispetto all'Italia - ha spiegato il vicepremier - e visto che di migranti ne sbarcheranno altri, se oltre alle scuse aprisse i porti francesi a due o tre barconi apprezzerei ancora più le scuse".
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