Il ministro Fontana vuole abolire la legge Mancino
Il ministro leghista per la Famiglia, Lorenzo Fontana, noto per essere vicino a gruppi di estrema destra e per le sue posizioni integraliste cattoliche, ha scritto su Facebook che vorrebbe abrogare la legge Mancino, cioè quella che dal 1993 sanziona le discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose.
Fontana sostiene che «il razzismo sia diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano».
Propone quindi:
«Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano».
A sostegno di questa sua teoria, Fontana cita il caso dell’aggressione a Daisy Osakue, la 19enne atleta italiana di origini nigeriane a cui era stato lanciato un uovo in faccia la scorsa domenica. Secondo i giornali, la polizia ha escluso le motivazioni razziali per l’aggressione, per la quale sono stati fermati tre sospetti. Altri giornali riportano che uno di loro è figlio di un politico locale del Partito Democratico, ma la polizia non ha ancora confermato dettagli sulle loro identità.
Fontana, che in questi due mesi di governo aveva fatto parlare di sé sostanzialmente soltanto dopo la sua nomina e quando aveva detto che le famiglie gay «non esistono», ha scritto che l’accusa di razzismo sarebbe usata per «far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l’intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico», definendolo una «sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni». Per Fontana, «se c’è quindi un razzismo, oggi, è in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani».
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