Il look di Virginia Raggi e Chiara Appendino "bocciato" dal consulente di bellezza

Il look di Virginia Raggi e Chiara Appendino "bocciato" dal consulente di bellezza

Si parla di parità di sessi e di diritti con la stessa nonchalance con cui il sabato sera scegliamo una margherita o una pepata di cozze. Eppure, se troviamo sul menu ruoli di responsabilità, c’è ancora chi si meraviglia e alza la mano per parlarne con lo chef. Da quando Virginia Raggi e Chiara Appendino hanno indossato la fascia tricolore si sono sprecati i commenti sull’”addirittura l’ha spuntata una donna”.

Sono giovani, sono madri, sono competenti: sono le nuove sindache di Roma e Torino. Le physique du rôle lo hanno mostrato già in campagna elettorale. Ma cosa racconta l’immagine di queste donne? Volendo rubare il copione alla giuria di Miss Italia diremmo certamente che la Raggi è la ragazza della porta accanto, acqua e sapone, che non ostenta, nemmeno nel look. A 37 anni è una fan dei colori sobri e delle linee essenziali, spesso ampie, che non evidenziano il fisico esile.

Capelli lunghi lontani chilometri dai boccoli alla Luigi XIV di Maria Elena Boschi. Stefano Bongarzone, consulente di bellezza Rai, dubita che la prima cittadina di Roma Capitale passi le notti insonni pensando ai suoi capelli: “La Raggi è delicata nei lineamenti, armoniosa e curata ma non possiamo certo dire le stesse cose dei suoi capelli che sono sì lucidi ma non valorizzano un viso che ha carattere e mascella definita”.

Sui social, in realtà, gli internauti sono stati meno gentili dandole della “scappata di casa” o della “appena alzata dal letto e vestita al buio”. Non appartiene certo a quella cerchia che si crede troppo intelligente per perdere tempo a truccarsi e pettinarsi, a quella schiera di donne che se ne va in giro con la pinza sulla testa con cui la mattina ci laviamo il viso e i denti. Ché curarsi non vuol dire passare due ore a farsi il contouring alla Kim Kardashian per postare un selfie su Instagram (in cui poi non è proprio il viso ad essere messo in primo piano): vuol dire volersi bene anche davanti allo specchio.

Un taglio con base carré appena sotto il mento, con scalature e gradazioni, miste a sfilature sulle punte e riflessati nelle lunghezze - suggerisce Bongarzone - addolcirebbero maggiormente i bei lineamenti senza distogliere lo sguardo dagli occhi magnetici e interessanti. Il tutto potrebbe essere rifinito da una leggera sfrangiatura sulla fronte lasciando intatta la sua immagine mediterranea. Insomma, una linea più smart, glamour e personalizzata”.

E all’ombra della Mole Antonelliana? Chiara Appendino è addirittura più giovane della Raggi: classe 1984 tradisce l’anagrafe con l’aria da signora con perle e colletti collegiali. È una da protezione 70 e costume da bagno intero total black con bretelline anni Novanta ed ha un piglio rassicurante e vagamente retrò. È vero che le ultime passerelle vedono un grande ritorno al passato ma l’effetto da ricercare è il vintage, non il démodé della cugina di campagna che mette l’abito “buono” per andare a trovare i parenti in città. Anche per lei colori ultra basici: bianco, nero, blu, grigio. Il vinaccia è un vero colpo di testa.

E a proposito di testa, forse è proprio quel taglio corto ad autorizzare le poco più che trentenni a sentirsi delle teenagers a confronto. “Troppo voluta questa immagine corta - spiega il consulente di bellezza - che non valorizza i suoi occhi azzurri e li fa risultare troppo vicini. Ha un viso acqua e sapone, sì giovane, ma che richiederebbe un po' di trucco. I capelli più leggeri sulla sommità e più presenti ad incorniciare la mascella la aiuterebbero a non essere invasa da una massa che spesso sembra coprirla”.

Yves Saint Laurent diceva: “Nel corso degli anni ho imparato che ciò che è importante in un abito è la donna che lo indossa”. Ci vuole la stoffa, insomma, insieme ad un taglio netto con un passato che non ha mai visto tanto rosa nei corridoi municipali di realtà così grandi e con una chioma che implora forbici, spazzola e phon. C’è tempo per sembrare grandi davanti alle ante dell’armadio: l’importante è esserlo davanti alle porte aperte di una città.