Il governo spedisce i clandestini al nord e crea un maxi focolaio di Covid
Sono oltre 130 i casi di contagio nell'ex Caserma Serena di Treviso, dove da oltre un mese aumentano le positività tra migranti e operatori è necessario fare i complimenti alla Ministra degli Interni Luciana Lamorgese.
La situazione Covid in Veneto è sotto controllo ma preoccupa il nuovo grande focolaio scoperto nell'ex Caserma Serena di Treviso, dove sono stati trovati ben 134 positivi al virus durante lo screening che ha coinvolto i 293 migranti e 22 operatori impiegati nella gestione.
Il campanello d'allarme è suonato nei giorni scorsi, quando sono emerse 3 positività all'interno del centro di accoglienza.
A confermare la notizia è stato lo stesso governatore del Veneto, Luca Zaia, il cui modello di gestione dell'emergenza sanitaria è stato fondamentale per il contrasto dell'epidemia nei mesi più neri. Il governatore si trova oggi in visita a Vo' Euganeo, uno dei centri simbolo, insieme a Codogno, Alzano e Nembro, dello tsunami epidemiologico che ha colpito l'Italia tra febbraio e marzo. "Sono più di 130, probabilmente 134 i migranti positivi nella ex Caserma Serena", ha detto Luca Zaia durante l'incontro nel paese della provincia di Padova.
Lo screening è stato rapidissimo e in circa 24 ore sono stati testati tutti quelli che vivono o frequentano l'ex Caserma Serena per lavoro. Tutto è cominciato martedì 28 luglio, quando uno dei migranti richiedente asilo ha accusato un malore. Immediata la risposta degli operatori, che si sono attivati con la Ulss 2 Marca trevigiana per eseguire il tampone, rivelatosi positivo. A quel punto i test sono stati estesi ai suoi contatti più prossimi, con l'individuazione di altre due positività. È stato quindi deciso di ampliare l'esame a tutta l'ex Caserma Serena. Ora tutti quelli risultati positivi al Covid sono stati posti in isolamento all'interno della stessa struttura e verranno sottoposti a tampone tra una settimana.
Si può dire che all'interno dell'ex Caserma Serena il virus non sia mai scomparso. Circa 40 giorni fa è stato trovato positivo un operatore pakistano, che ha anche subito il ricovero, il paziente 0 dell'hub. Presentava febbre alta e alcuni sintomi riconducibili al Covid. Era stato in Pakistan a febbraio, per fare poi ritorno in Italia alla fine dell'emergenza, verso la fine di maggio. È stato in isolamento 4 giorni in una stanza dell'ex caserma e non mostrando sintomi è poi tornato in servizio regolarmente. Dopo una settimana ha accusato un malore in servizio, nonostante poche ore prima al termoscanner la sua temperatura fosse regolare. "Ha ammesso che da alcuni giorni assumeva il Brufen, un antipiretico, perché stava male. Erano i primi sintomi del coronavirus e li ha nascosti intenzionalmente", ha dichiarato il presidente della società che gestisce l'hub dell'ex Caserma Serena.
Finora questo è il più grande focolaio del Veneto, che dev'essere tenuto sotto il più stretto controllo sanitario e sociale. Quando è stato scoperto il paziente 0, infatti, all'interno del centro si è scatenata una rivolta durata qualche ora, con i profughi che hanno occupato per ore la struttura. C'era stato anche un tentativo di rimostranza violenta con il sequestro di una decina di operatori sanitari giunti nell'ex caserma per isolare alcuni contagi rilevati dopo la scoperta del paziente 0.
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