Coronavirus, inizia la settimana più lunga

Coronavirus, inizia la settimana più lunga

Coronavirus, inizia una lunga settimana: sono più di 150 i casi accertati di contagio nella sola Lombardia dopo la rapida escalation. E i contagi aumentano anche nelle altre regioni interessate. Quattro le vittime in Italia fino a oggi, l'ultima è un uomo di 84 anni a Bergamo: aveva varie patologie pregresse. Le autorità locali e nazionali, immediatamente corse ai ripari, hanno messo in atto misure di contenimento. Scuole e università chiuse in molte regioni del Nord e divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree 'focolaio' del virus e stop alle gite scolastiche in tutto il Paese.

Coronavirus, tutti i nuovi contagi confermati oggi

In Emilia-Romagna 7 nuovi casi, tutti riconducibili al focolaio lombardo: cinque a Piacenza (quattro cittadini del lodigiano) e due persone nella provincia di Parma, che si erano recate a Codogno. In totale, i casi positivi salgono a 16. Lo comunica la Regione Emilia Romagna. I due cittadini della provincia di Parma, ricoverati in isolamento al reparto infettivi all'ospedale di Parma, sono in buone condizioni. Si tratta di una signora che si era recata più volte all'ospedale di Codogno, in Lombardia, per assistere la madre, e un uomo che si era recato sempre a Codogno per un evento di ballo. All'ospedale di Piacenza - spiega la Regione in una nota - si tratta della compagna, del figlio e della nuora di un paziente già riscontrato positivo e ricoverato sempre a Piacenza, tutti e tre del lodigiano: la compagna è isolata al suo domicilio, figlio e nuora sono ricoverati a Piacenza. Così come è della provincia di Lodi una quarta persona, un uomo, anch'esso ricoverato al nosocomio di Piacenza. La quinta è invece un'infermiera dell'ospedale piacentino, isolata a domicilio.

'Noi abbiamo 27 contagiati in questo momento. Abbiamo i due cluster confermati, quindi le due popolazioni confermate di contagiati che sono la popolazione del padovano di Vò che sono 20 contagiati e poi gli altri 7 nel veneziano, dei quali ovviamente 3 in Venezia città storica e gli altri 4 nella zona di Mira e Dolo comunque sempre nel veneziano''. Così Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ad Agorà Rai Tre, sul numero di contagiati da coronavirus nel Veneto.

Fontana: "Il numero di contagiati sta aumentando in Lombardia"

"Il numero di contagiati sta aumentando, siamo attorno a 150" nella "sola Lombardia, sono dati che abbiamo avuto qualche minuto fa". Lo dice il governatore lombardo Attilio Fontana, ai microfoni di Rtl 102.5. Il presidente della Regione Lombardia si dice comunque ottimista, "siamo convinti che le misure che abbiamo adottato riusciranno a frenare il numero di contagi, siamo sulla strada giusta" e "ci siamo attenuti ai pareri di medici e scienziati". "Credo che con queste misure, nello spazio di qualche giorno, inizierà a ridursi la diffusione del virus", aggiunge. Sulla polemica politica, in particolare sul botta e risposta tra il premier Giuseppe Conte e Matteo Salvini, "preferisco non entrare - dice il governatore - adesso sono impegnato sull'emergenza, quando finirà... allora dirò la mia".

"Noi pensiamo che le misure decise per i prossimi 14 giorni possano avere un'efficacia contenitiva. Stiamo facendo migliaia di controlli" ha detto il premier Giuseppe Conte.

Coronavirus, chiuse scuole e università oggi

Le Regioni si sono mobilitate per limitare il numero dei contagi emanando un'ordinanza per chiudere scuole e università, musei, teatri ma anche per impedire manifestazioni pubbliche - è stato sospeso il Carnevale a Venezia -, almeno per sette giorni, prorogabili poi a 14 giorni. Dalla Liguria all'Emilia-Romagna, dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte al Trentino e al Friuli, il Nord si ferma.

A Milano (dove un medico del Policlinico è risultato positivo) è di fatto un "coprifuoco a metà", con le scuole chiuse ma i trasporti funzionanti, con discoteche e pub che dovranno tirare giù la serranda alle 18 e riaprirle solo alle 6, ma con i ristoranti aperti. Obiettivo chiaro: ridurre le occasioni di assembramento.

Coronavirus: 50mila persone in quarantena nella zona rossa

Le forze dell'ordine hanno isolato 11 comuni tra Lombardia e Veneto, nelle aree dei focolai. Nel Lodigiano la polizia ha bloccato le zone di entrata e di uscita informando gli automobilisti che una volta fatto accesso nei comuni non sarebbero potuti uscire e viceversa. A Vo' Euganeo (Padova), dove c'è stata la prima vittima, le misure di protezione della "zona rossa" scattano dalle 7. Nei comuni isolati sono oltre 50mila le persone messe in quarantena.

Basilicata, quarantena per chi arriva dalle aree colpite

"Tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti Servizi di Sanità Pubblica". Questa l'ordinanza emessa dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, nella tarda serata di ieri con lo scopo di prevenire la diffusione del coronavirus. "I Sindaci di tutti i comuni della Basilicata in collaborazione con tutte le altre istituzioni comunali censiranno i cittadini provenienti dalle suindicate regioni".

Coronavirus, perché scarseggiano i tamponi

Giulio Gallera, Assessore alla Sanità della Regione Lombardia, in collegamento a Che tempo che fa, in merito alla dichiarazione del sindaco di Bertonico Angelo Chiesa sull'assenza di tamponi: ''I tamponi chiaramente un po' scarseggiano, ne abbiamo fatti 1.000 in 3 giorni, abbiamo già ordinato nuovi quantitativi. Abbiamo in queste ore modificato l'approccio: il tampone solo per verificare la positività in un soggetto che manifesta già uno stato febbrile, finora l'abbiamo usato random nei confronti di tutti, abbiamo adottato modalità diversa. Quando i casi diventano molti non ha senso farlo a un soggetto che sta bene. La scelta sanitaria che abbiamo deciso di fare che ogni contatto diretto della persona positiva viene messo in isolamento, quando ha febbre viene portato in ospedale per fare un tampone''.

"Non in Italia, non possono mancare i test. Non va bene, bisogna fare qualcosa immediatamente''. Lo ha detto il virologo Roberto Burioni intervenuto a 'Che tempo che fa': "Che ci sia una diagnosi pronta e immediata. Perché un ritardo di questa diagnosi lascia in giro una persona malata e contagiosa - ha sottolineato ancora Burioni - Questo dobbiamo pretendere".