AEREO NATO NEL CIELO DELLE MARCHE PRIMA DEL DISASTRO: COSA CI FACEVA?
Sale a undici il bilancio dei morti causati dalla grave alluvione che ha colpito le Marche nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 settembre 2022. Decine i feriti e immensi i danni provocati, con le autorità ancora impegnate nelle ricerche dei dispersi, al momento si parla di due persone. Una perturbazione di dimensioni notevoli che ha “bucato” la previsione del sistema d’allarme meteo, tarato soltanto sul primo livello, ossia il giallo. I dati dicono che in sei ore sono caduti 400 mm d’acqua, circa un terzo di quello che normalmente piove in un anno intero. Qual è stata la causa di una tale bufera? I siti di previsioni meteo attribuiscono le cause a masse d’aria calda e umida provenienti dall’Atlantico tropicale.
Quell’aereo NATO che si è fatto un giro in Italia
I media parlano invece di cambiamento climatico causato dall’uomo e dalla siccità, ma sul Web qualcuno avanza un’ipotesi che i vari Puente e Maicolengel non vedrebbero l’ora di definire “teoria del complotto”. Poco dopo il disastro, su Twitter ha iniziato a circolare un video che ritrae l’itinerario di un aeroplano tracciato dal sito Flightradar24, sito che riporta le tratte di qualsiasi velivolo si alzi in volo. Che cos’ha di speciale questo aereo? Si tratta di un Boeing E-3 Sentinella (NATO01) decollato il 13 settembre alle 12:35 dalla base NATO di Geilenkirchen in Germania con destinazione Konya, in Turchia.
Il volo NATO ha sorvolato la zona poi alluvionata
Sì, ma cosa c’entra con l’alluvione nelle Marche? Il velivolo non ha mai raggiunto la sua destinazione. Dopo essere decollato, l’areo si è diretto verso il Nord est dell’Italia, soffermandosi in volo tra l’Emilia-Romagna e le Marche, prima di rientrare a Geilenkirchen alle 19:09. Incredibile coincidenza: il velivolo NATO ha sorvolato molteplici volte la stessa zona che appena due giorni dopo è stata colpita da perturbazioni senza precedenti. Senigallia, Bettolelle, Trecastelli, alcune delle aree più colpite, sono state poco prima sorvolate dal misterioso aeroplano dell’Alleanza atlantica.
Nessuna correlazione con il cloud seeding?
La “correlazione” che i curiosi online stabiliscono riguarda il cosiddetto cloud seeding, ovvero l’inseminazione delle nuvole. Si tratta di una manipolazione artificiale del clima che mira a cambiare la quantità e il tipo di precipitazione attraverso la dispersione nelle nubi di sostanze chimiche per favorire le precipitazioni. Le sostanze possono essere rilasciate da dispositivi a terra, o disperse tramite l’uso di razzi e aerei. La scoperta della semina delle nuvole risale al luglio del 1946 ed è attribuita al chimico statunitense Vincent Schaefer.
New York Times nel 72′: “Gli Usa utilizzano la pioggia come arma”
Una volta scoperta, la tecnica ha continuato ad essere studiata e praticata, in particolare in campo militare. “La creazione di piogge viene usata dagli Stati Uniti come un arma”, questo il titolo in prima pagina del New York Times risalente al 3 luglio 1972. Nell’articolo emerge che “gli Stati Uniti hanno segretamente inseminato nuvole nel Vietnam del Nord e del Sud, e in Laos per aumentare e controllare le perturbazioni a scopi militari”.
Le tempeste NATO in Europa nel 1976
Negli anni Settanta negli States si sono tenute diverse audizioni al Congresso proprio per quanto riguarda la manipolazione del tempo meteorologico. In un vecchio rapporto speciale dell’International Press Service (IPS), agenzia di stampa internazionale, viene trattato il tema delle anomale tempeste che si sono abbattute sull’Europa a Capodanno del 1976.
Senza tanti giri di parole, il rapporto indirizzato al Comitato per le relazioni estere del Senato Usa spiega che le tempeste “sono state causate da un programma di modificazione meteo attuato dalla NATO”. L’intenzione era quella di demoralizzare la “classe proletaria”, per consentire ai Governi di portare avanti “i programmi di austerità”, che all’epoca erano in vigore negli Stati Uniti, in Canada e nell’Europa occidentale.
La manipolazione del clima ha continuato a scuotere l’opinione pubblica, tanto che nel maggio del 1977, 74 paesi delle Nazioni Unite, tra questi gli Usa, hanno adottato una risoluzione per porre fine alla geoingegneria per scopi bellici. Tante belle premesse, ma che sembrano essere state disattese dalla comunità internazionale.
Air Force nel 1996: “Possedere il clima nel 2025”
Per gli appassionati del tema, non può infatti mancare la lettura del testo “Possedere il clima nel 2025”, una ricerca portata avanti dall’Air Force nel 1996 e finanziata dal Dipartimento di Difesa Usa. Ad ogni modo, il disclaimer recita: “le posizioni espresse in questo rapporto non riflettono la politica ufficiale o la posizione dell’Air Force Usa, del Dipartimento di Difesa, o del governo degli Stati Uniti”.
Eppure, gli autori sembrano abbastanza certi del futuro della promettente tecnologia per il cambiamento climatico fai da te. “Negli Usa, la modificazione del clima diventerà probabilmente parte della politica di sicurezza nazionale, con applicazioni domestiche e internazionali”, recita il sommario. “Questi livelli – si legge – potrebbero includere azioni unilaterali, la partecipazione in una struttura come la NATO, l’adesione a un’organizzazione internazionale come l’ONU, o la partecipazione a una coalizione”.
“Meglio indurre le piogge che utilizzare il napalm”
Il tempo meteorologico come arma è da tempo oggetto di discussione negli ambienti NATO. Ne parla, ad esempio, l’Associazione Canadese per la NATO in un articolo del 2013, dove viene menzionato anche il famoso episodio storico in Oriente. “I sostenitori della manipolazione climatica affermano che indurre piogge in Vietnam è stato più appropriato che utilizzare il napalm”. Insomma, meglio un proiettile nell’occhio, che nel cervello. Una volta spulciati i documenti ufficiali e chiuso il libro di storia, la domanda sembra più che lecita: cosa faceva l’areo NATO01 sopra i cieli delle Marche due giorni prima del disastro?
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