Tria: via alle riforme ma non tutto subito. “Inutile sforare, poi paghiamo con lo spead”
Non tutto si può fare subito». Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ribadisce al Forum Ambrosetti che la manovra sarà «equilibrata», con flat tax, riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza: partiranno insieme ma gradualmente. Il governo è consapevole che più delle mancate concessioni dell’Ue sono pericolosi i mercati «È inutile - spiega - andare a cercare 2-3 miliardi di deficit se ne perdiamo 4 con il rialzo dei tassi di interesse
Tria è fiducioso. Pensa che con la nota di aggiornamento del Def (entro fine mese) e la legge di bilancio gli investitori saranno più disposti ad acquistare debito italiano. «I mercati ad agosto non hanno creduto ai nostri obiettivi, quello che dichiarava ufficialmente il governo non è mai stato creduto dagli analisti. Questo è un problema che ci siamo messi alle spalle: adesso si passerà all’azione e sono convinto che ci sarà un calo dello spread e si tornerà a livelli normali».
Le recenti dichiarazioni dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, più caute sul lato dei conti pubblici, hanno contribuito negli ultimi giorni a raffreddare il differenziale tra Btp decennale italiano e Bund tedesco. Tria garantisce che la manovra non sarà in «deficit spending» e guarderà alla crescita. Inoltre, secondo l’inquilino di Via XX Settembre, bisogna nettamente voltare pagina sulla politica economica. «Negli ultimi dieci anni” - sottolinea - l’Italia cresce di circa un punto in meno della media dell’economia europea, questo significa che abbiamo una divergenza con gli altri Paesi europei: le politiche che abbiamo adottato fino ad adesso non hanno colmato questo gap» che l’esecutivo punta invece a «dimezzare» già nel 2019.
Tria precisa che reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni saranno messe a punto nel segno dell’innovazione con la nuova legge di bilancio, in arrivo in autunno. La revisione della Fornero sarà fatta in modo da garantire il turnover tra anziani e giovani. Anche la «semplificazione» e il taglio delle tasse fanno «parte integrante» del programma del governo, che cercherà nelle pieghe dei conti pubblici le risorse per finanziarli. «Stiamo andando a cercare le risorse nel bilancio dello Stato», assicura Tria. L’esecutivo punta anche sugli investimenti pubblici: ha in mente una sorta di «genio civile» per «aiutare le piccole amministrazioni» a spendere. Il ministro stima almeno 150 miliardi di investimenti pubblici nei prossimi dieci anni, che dovrebbero attrarre anche denaro dai privati.
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