Reddito di cittadinanza, per gli stranieri il vincolo di residenza salirà a dieci anni
Sul Reddito di cittadinanza si riapre il fronte degli stranieri. Le bozze circolate consentono l'accesso al sussidio agli extracomunitari con permesso di soggiorno e residenti in Italia da almeno cinque anni. Ma il vicepremier Luigi Di Maio ha smentito la bozza sostenendo che «la legge riguarda il diritto di cittadinanza per coloro che sono cittadini italiani». Ha poi aggiunto che il governo cambierà la norma di «lungo soggiorno» che ora equipara gli stranieri agli italiani dopo 5 anni di residenza.
Ma gli stranieri non saranno completamente esclusi visto che «l'obiettivo è darlo agli italiani e ai lungo soggiornanti che abbiano dato un grande contributo al nostro Paese». L'idea è quella di elevare fino a 10 anni la residenza necessaria per presentare il sussidio. Ma ci sono diversi problemi, a partire dalla compatibilità con le regole comunitarie. Inoltre la limitazione non può valere per i cittadini comunitari, come per esempio i rumeni o i bulgari, e dunque il governo avrebbe intenzione di estendere il requisito dei 10 anni anche agli italiani per non operare una discriminazione contraria alle norme. Ma in questo modo si taglierebbero fuori coloro che hanno lavorato temporaneamente all'estero e che vorrebbero rientrare. Un problema non secondario con la Brexit alle porte.
LA RINCORSA
Intanto è corsa contro il tempo per cercare di assicurare ai beneficiari il godimento del sussidio nel più breve tempo possibile. Il decreto, confermano fonti tecniche alle prese con il dossier, dovrebbe essere varato entro la fine della prossima settimana. Ma poi si aprirà una fase amministrativa piuttosto complessa. Una task force Poste-Mise lavora da oltre un mese per risolvere i problemi che si apriranno. Tra questi, il collegamento di Poste (che produrrà le card: il bando per l'aggiudicazione è già ok) con le banche dati di Inps e dei Comuni in modo da individuare con precisione i profili dei destinatari, sulla base dei paletti fissati dal governo. Entro la fine di febbraio, dopo l'accettazione della domanda degli aspiranti (con il probabile coinvolgimento anche dei Caf), sarà possibile cominciare a produrre le card che dovrebbero essere inviate a domicilio entro aprile. Ma, al momento, nessuno tra gli attori dell'operazione è in grado di garantire che i soldi saranno disponibili da subito. La procedura di accreditamento del denaro potrebbe richiedere ancora qualche settimana, tanto che maggio viene indicato come il primo mese sicuro nel quale, materialmente, si potrà cominciare a fare acquisti con il Reddito di Cittadinanza. Chi lavora sull'operazione conferma che sarà obbligatorio spendere ogni mese almeno il 70% del sussidio, pena la perdita del denaro, mentre alcune spese (quelle legate al gioco) saranno interdette alla fonte.
GLI ESEMPI
Quanto ai parametri per l'accesso al beneficio, che potenzialmente riguarda 5 milioni di persone e 1,3 milioni di famiglie, il quadro è ormai definito. Il testo del decreto stabilisce come criteri di accesso una soglia Isee fino a 9.360 euro, un valore di immobili fino a 30 mila e il patrimonio mobiliare netto di 6.000 euro (se single), 8.000 (se coppia), 10.000 (se famiglia di 3 persone), quota maggiorata di 5.000 euro in caso di disabili presenti in famiglia. Altro criterio è il reddito familiare: la soglia è di 9.360 euro (6.000 per i proprietari) con una scala di equivalenza.
Così si va da 780 euro per un componente ( di cui 280 come contributo all'affitto) a 1.330 euro per un nucleo composto da 3 adulti e 2 minorenni. Per dare un ulteriore impulso alla riforma, sul versante delle politiche attive, la legge di Bilancio prevede che le Regioni potranno assumere fino a 4.000 persone da destinare ai centri per l'impiego e su questo fronte c'è uno stanziamento di 160 milioni. Nella bozza del decreto legge è previsto che l'operatore dei Centri per l'impiego (navigator) seguirà il disoccupato e potrà prendere un premio salariale al suo inserimento nel mercato del lavoro, pari ad un quinto del reddito di cittadinanza del disoccupato.
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