Pensioni, DI MAIO: "AUMENTO LE PENSIONI".
PENSIONI: DI MAIO, AUMENTEREMO LE MINIME CON TAGLIO DI QUELLE D'ORO
Pensioni minime aumentate dal governo Lega-M5S. Come? Saranno finanziate con il taglio delle pensioni d'oro percepite senza aver versato i contributi corrispondenti. L'annuncio arriva via Facebook dal ministro del lavoro nonchè vicepremier, Luigi Di Maio. "Vogliamo finalmente abolire le pensioni d'oro che per legge avranno un tetto di 4.000 / 5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima, perché grazie al miliardo che risparmieremo potremo aumentare lepensioni minime", dice puntualizzando: "chi si merita pensioni alte per avere versato i giusti contributi ne ha tutto il diritto, maquest'estate per i nababbi a spese dello Stato sarà diversa".
Quest'estate, d'altra parte, prosegue "non ci sono i mondiali, ma presto avremo qualcosa da festeggiare: la fine delle pensioni d'oro e l'inizio di un'Italia più giusta", prosegue. D'altra parte, annota ancora Di Maio, "è iniziata l'estate, e tanti italiani cominciano a farsi i conti in tasca per vedere se è rimasto qualcosa per una decina di giorni di ferie con la famiglia. Alcuni non le faranno proprio".
PENSIONI, Salvini: "Riforma Fornero smontata entro l'anno".
Riforma pensioni: Matteo Salvini ha annunciato che entro la fine dell'anno «la riforma Fornero sarà smontata». La quota 100 sarà il punto di ripartenza. «Il ministro dell'Economia fa il suo mestiere - ha detto Salvini ad Agorò su Rai 3 -. Noi vedremo, rispettando le regole, di cercare di ottenere più spazio in Europa per fare quello che abbiamo promesso in campagna elettorale». Non servirà una vera riforma del sistema pensionistico. Basterà, secondo Salvini, inserire lo smantellamento della Fornero nella legge di Bilancio. E dal 2019 ci sarà un sistema pensionistico dove varrà principalmente il principio matematico della quota 100 con un minimo di 42 anni di contributi versati.
PENSIONI, Di Maio: "Dopo i vitalizi le pensioni d'oro"
"Dopo i vitalizi, passeremo alle pensioni d'oro" superiori ai 5mila euro netti mensili. Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, intervenendo al congresso della Uil. In tema di reddito di cittadinanza, Di Maio poi spiega: "Io Stato ti do un reddito e in cambio dai al tuo sindaco ogni settimana otto ore lavorative gratuite di pubblica utilità". L'obiettivo del reddito di cittadinanza "non è dare soldi a qualcuno per starsene sul divano, ma è dire con franchezza: hai perso il lavoro, il tuo settore è finito o si è trasformato e ora ti è richiesto un percorso per riqualificarti e essere reinserito in nuovi settori. Ma mentre ti formi e lo Stato investe su di te". "Non arretreremo di un passo su questo tema". La prossima settimana potrebbe essere il momento per l'abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari: "E' una questione di giustizia sociale, dobbiamo ricominciare a mettere al centro alcuni segnali istituzionali, poi passeremo anche alle pensioni d'oro, che sopra i 5mila euro netti vanno tagliate se non hai versato i contributi".
Pensioni: "Assegni -1,5% dal 2019. Quota 100 subito" ALLARME?
Riforma pensioni resta sempre argomento caldissimo. L’UNSA (Unione Nazionale dei Sindacati Autonomi) ricorda che dal 1° gennaio 2019 le pensioni saranno penalizzate circa dell'1,5% in meno (causa effetti della legge Fornero). "Uno scandalo che rischia di passare sotto traccia" dice Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa. Secondo Battaglia la revisione dei coefficienti "introduce un'ulteriore differenziazione nel nostro sistema pensionistico tra chi va in pensione oggi e chi ci andrà domani". Il sindacato ha avviato una raccolta di firme per neutralizzare i "tagli" e lo invierà al Ministro del lavoro, al Ministro della pubblica amministrazione e al presidente del Consiglio dei Ministri“. "Altro che Flat Tax. Qui si continuano ad adottare norme che penalizzano le fasce più deboli della società, - sottolinea Battaglia - coloro che con una già di per sé bassa, sono destinati a soffrire di più questa decurtazione. Per questo l'UNSA ritiene che il Governo debba intervenire con la massima urgenza eliminando la decurtazione prevista al 1° gennaio 2019, salvaguardando così i cittadini, lavoratori pubblici e privati, che più ne hanno bisogno". Nel dettaglio con il nuovo adeguamento dei coefficienti, un lavoratore che andrà in pensione a 65 anni nel 2019 avrà una pensione inferiore di oltre l'1% rispetto a chi lo ha fatto un anno prima. Un 70enne che andrà in pensione il prossimo anno perderà quasi il 2% sul suo assegno: dai 2.943 euro del 2018 ai 2.887 del 2019“. La proposta del sindacato? Quota 100 subito e ok a Quota 41, con 41 anni di contributi (ogni tipologia di contribuzione e a qualsiasi titolo riconosciuti) e senza limiti di età. Eliminazione della revisione periodica dei requisiti per l'accesso alla pensione.
Pensioni: quota 100 subito? Garavaglia: "Prima la flat tax".
Il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia assicura che la riforma pensioni sarà al centro della prima legge di Bilancio del nuovo governo". Gli interventi sulle pensioni per rivedere la legge Fornero, arriveranno "di sicuro con la legge di Bilancio". Però... "dovessi decidere io - ha sottolineato Garavaglia (Lega) - farei prima la flat tax, per fare entrare più gente possibile nel mondo del lavoro e far nascere nuove partite Iva, un tema collegato al reddito cittadinanza, però viene percepita come una priorità anche la Fornero quindi penso che alla fine le cose andranno di pari passo. Mi pare di capire che sia tema di legge di bilancio, ma non ne abbiamo ancora parlato con gli altri colleghi, il consiglio dei ministri non penso che ne abbia parlato, però di sicuro sarà in legge di bilancio". Insomma sì quota 100 ma alcuni aspetti andranno chiariti. Quali saranno le soglie minime per accedervi? Possibile che verrà imposto il limite dei 64 anni di età, ma di certezze ancora non ce ne sono.
Pensioni: "Quota 100 subito", sondaggio dà forza al governo Conte -
Un sondaggio, condotto da SWG per Confesercenti, rivela che quasi un italiano su due vorrebbe il superamento della legge Fornero. La revisione della riforma sulle pensioni è il punto del contratto di governo lEGA-M5S più apprezzato dai cittadini, sottoscritto dal 44% degli intervistati.
Pensioni, Quota 100: allarme carriere discontinue.
Quota 100 e quota 41 sono ancora sotto i riflettori in tema di riforma pensioni. Intanto va detto che quota 100 è già realtà per medici, avvocati e commercialisti. Ma la logica del governo è: quota 100 per tutti. Il nodo è però anche legato a quanto varranno gli assegni pensionistici e si teme il ribasso- Chi va in pensione adesso e percepisce 1.289 euro di pensione, con la quota 100 prenderebbe 1.089 euro. Inoltre, quota 100 non sarebbe convivente per i giovani che hanno carriere discontinue. Stando a quanto riporta Businnes Online "secondo alcune elaborazioni, chi ha avuto carriere discontinue o brevi, e attualmente questi casi di registrano soprattutto nelle regioni del Sud e per le donne, o chi ha avuto interruzioni al lavoro superiori ai 2 anni per cassa integrazione o malattia, con la quota 100 correrebbe il rischio di posticipare il momento della pensione fino a 3 anni".
Pensioni, QUOTA 100 MA MENO SOLDI NEGLI ASSEGNI.
Pensioni, arriverà la quota 100 ma con tagli sull'assegno pensionistico? La riforma gialloverde della legge Fornero per anticipare la pensione degli italiani, inserita da Lega e Cinque Stelle nel contratto di governo, potrebbe avere degli effetti collaterali. Lo spiega Repubblica. Ecco quanto viene detto: Chi rientra nei nuovi parametri si prepari a una sorpresa niente male: il ricalcolo contributivo di quanto versato tra il 1996 e il 2011". «Dovevamo farlo già nel 1996, quando entrò in vigore la riforma Dini», dice Alberto Brambilla, esperto previdenziale e consigliere del vicepremier leghista Salvini. «E invece si scelse un’altra strada». Ovvero mantenere nel retributivo (pensione proporzionale agli ultimi stipendi) quanti già avevano più di 18 anni di versamenti. E affidare tutti gli altri al nuovo calcolo in base ai contributi, poi diventato universale nel 2012. Ora, ricalcolare 16 anni col contributivo potrebbe tradursi in un taglio medio sull’importo della pensione del 9-10% che forse molti pensionandi non hanno messo in conto, quando sentono parlare di “quota 100”. Senza pensare che tra 1996 e 2012 sono andati in pensione già oltre 3 milioni e mezzo di italiani. E con un assegno più generoso di quanto spetterà a loro, perché interamente retributivo. Motivo di contenzioso infinito.
Pensioni: quota 100 e Ape Social? ECCO CHI CI PERDE
Quota 100 pensioni: l’ipotesi a cui si sta lavorando prevede una quota 100 con almeno 64 anni d’età e conseguentemente almeno 36 anni di contributi. “Se fosse vero – spiega Cesare Damiano del Pd – che parte da 64 anni di età, questa scelta rappresenterebbe una penalizzazione per chi svolge attività gravose perché questi lavoratori possono andare in pensione a 63 anni con Quota 99 (63 più 36 di contributi). Non solo, per chi è disoccupato o ha un familiare disabile a carico, i contributi scendono a 30 anni (Quota 93). Per le donne, poi, c’è uno sconto ulteriore di un anno per ogni figlio (massimo 2 anni), che porta i contributi necessari a 28 anni (Quota 91). Inoltre, non bisogna dimenticare sempre per queste 15 categorie di lavoratori, che svolgono attività gravose, c’è anche il blocco dell’aggancio dell’età della pensione all’aspettativa di vita. Eliminare l’Ape sociale sarebbe, dunque, molto dannoso per una vasta platea di lavoratori. Si tratterebbe, al contrario, di renderla strutturale“. Seguendo questo ragionamento ecco chi ci perderebbe: chi svolge lavori gravosi, disoccupati, chi ha un familiare disabile a carico, le donne. Su Ape social e 41 di contributi l’ipotesi su starebbe lavorando il governo Conte prevede il superamento dell’Ape social e della pensione con 41 di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
PENSIONI, QUOTA 100 E OPZIONE DONNA: LA SCELTA DEL GOVERNO M5S-LEGA.
Pensioni. Si è parlato molto di quota 100 e opzione donna in relazione al nuovo governo. L’idea dell’attuale maggioranza è di mandare in pensione chi ha almeno 64 anni con 36 di contributi. O 41 anni e mezzo di contributi, a prescindere dall’età e non più di 2-3 anni di contributi figurativi, per escludere chi è stato in cassa integrazione per 10 anni, ad esempio.
PENSIONI, QUOTA 100 E OPZIONE DONNA: COSA C'E' SCRITTO NEL CONTRATTO DI GOVERNO.
Ecco cosa c'è scritto nel contratto di governo in tema di pensioni: «Occorre provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni cd. “Fornero” stanziando 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse. Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. Inoltre è necessario riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza. Prorogheremo la misura sperimentale “opzione donna” che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili»
Governo, PENSIONI TAGLIATE: SARANNO 30MILA. ECCO QUALI.
Il 5 per cento delle pensioni (30mila pensionati) verranno sforbiciate. Con un risparmio per lo Stato da 115 milioni di euro. I tagli riguarderebbero gli assegni pensionistici che superano i 5mila euro netti mensili. L'assegno verrebbe ricalcolato con il sistema contributivo. Qualche esempio: su un assegno di 5.840 euro netti ci sarebbe um taglio di 285 euro netti al mese con perdita di 3.700 euro in dodici mesi. Con assegno da 5.573 euro netti taglio di 284 euro. Su assegno pensionistico da 6.892 euro il taglio sarebbe di 356 euro. C'è però una possibile compensazione legata alla Flat Tax che potrebbe vertere su due aliquote: 15 e 20 per cento contro il 38 per cento dell'aliquota media prevista ora. Taglio di pensione e compensazione con l'aliquota della flat tax dunque. Il premier Conte comunque è stato chiaro: "Le cosiddette pensioni d'oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati".
Governo Conte, PENSIONI QUOTA 100 E PENSIONE DI CITTADINANZA.
PENSIONI tema caldo. Giuseppe Conte ha tenuto il suo discorso al Senato per chiedere la fiducia. Il Premier non ha affrontato il tema della riforma delle pensioni per quel che concerne Quota 100. Però ha segnalato che servono interventi per sostenere i pensionati. Ragion per cui si prevede il varo della pensione di cittadinanza.
PENSIONI - GOVERNO: CONTE, PENSIONE CITTADINANZA PER I PIU' BISOGNOSI"
"Ci premureremo di intervenire anche a favore dei pensionati che non hanno un reddito sufficiente per vivere in modo dignitoso, introducendo una pensione di cittadinanza". Così il premier Giuseppe Conte nel suo intervento al Senato.
PENSIONI - GOVERNO: CONTE, TAGLIEREMO PENSIONI D'ORO SOPRA I 5000 EURO".
Le pensioni d'oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremosugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo nell'Aula del Senato nel discorso programmatico per la fiducia. Il premier ha sottolineato anche come occorra "operare un taglio allepensioni e ai vitalizi dei parlamentari, dei consiglieri regionali edei dipendenti degli organi costituzionali, introducendo anche peressi il sistema previdenziale dei normali pensionati". "Opereremo risparmi in tutte le sedi possibili e sono convinto che ciritaglieremo ampi margini di intervento e conseguiremo risultatisignificativi", assicura.
PENSIONI: DAMIANO, OK DI MAIO SU QUOTA 100 MA RISCHIO PENALIZZAZIONI
"Secondo alcuni quotidiani Di Maio siappresterebbe a intervenire su Opzione Donna, Quota 100, sui 41 anni di contributi e sulla cancellazione dell'Ape. Se queste fossero leintenzioni del governo, vorrei esprimere la mia opinione". Lo dichiara Cesare Damiano, del Partito democratico, ex ministro del Lavoro. "SuOpzione Donna, la cui sperimentazione - afferma - andrebbe proseguitaoltre il 31 dicembre 2015, condivido: volevamo farlo anche noi,bisogna solo trovare le risorse. Su Quota 100, se fosse vero che parteda 64 anni di età, questa scelta rappresenterebbe una penalizzazioneper chi svolge attività gravose perché questi lavoratori possonoandare in pensione a 63 anni con Quota 99 (63 più 36 di contributi).Non solo, per chi è disoccupato o ha un familiare disabile a carico, icontributi scendono a 30 anni (Quota 93). Per le donne, poi, c'è unosconto ulteriore di un anno per ogni figlio (massimo 2 anni), cheporta i contributi necessari a 28 anni (Quota 91)" Inoltre, per Damiano, "non bisogna dimenticare sempre per queste 15categorie di lavoratori, che svolgono attività gravose, c'è anche ilblocco dell'aggancio dell'età della pensione all'aspettativa di vita"."Eliminare l'Ape sociale - avverte - sarebbe, dunque, molto dannosoper una vasta platea di lavoratori. Si tratterebbe, al contrario, direnderla strutturale. Se poi questa scelta dovesse cancellare anchel'Ape volontaria, che prevede alcune penalizzazioni, toglieremmo lapossibilità di andare in pensione a 63 anni con soli 20 di contributi.È una possibilità che favorisce chi ha svolto lavori discontinui, inparticolare le donne". "Come si vede, le pensioni vanno maneggiate con cura, altrimenti sipuò peggiorare la situazione. Infine, per quanto riguarda i 41 anni dicontributi, sono d'accordo. Era una norma contenuta nella proposta dilegge Damiano-Gnecchi che ha trovato nella scorsa legislatura unarisposta parziale", conclude.
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