Migranti su navi gdf e Frontex. Conte: "Francia e Malta ne prenderanno 50 a testa"
Sul tema migranti l'esecutivo si compatta sulla linea dura cara al ministro dell'Interno Matteo Salvini. A poche ore dal caso Diciotti, che ha prodotto qualche scricchiolio nell'asse di governo e l'irritazione del Colle, sono i 450 migranti recuperati venerdì al largo di Lampedusa e portati a bordo delle navi di Frontex e Guardia di Finanza - in serata in rada a Pozzallo (Ragusa) - a dare al vicepremier l'occasione per puntare i piedi.
Ma l'irrigidimento italiano sembra aver risultati: "Francia e Malta prenderanno rispettivamente 50 persone dei 450 migranti trasbordati sulle due navi militari. A breve arriveranno anche le adesioni di altri Paesi europei", ha scritto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Facebook che ha esultato: "Finalmente l'Italia è stata ascoltata. "Altri faranno lo stesso, volere è potere, io non mollo", festeggia Salvini che in serata prende il telefono e si complimenta con il premier "per i risultati che sta ottenendo nella gestione dei 450 immigrati. Un traguardo che direi storico per coerenza, concretezza e velocità. Il nostro è il governo del vero cambiamento. Avanti così!".
I 450, a bordo di un barcone partito dalla Libia, erano stati intercettati venerdì: alla vista delle autorità italiane si erano lanciati in mare, venendo poi recuperati dalla guardia costiera. Salvini chiedeva che si dirigessero a Sud, verso Malta o Libia. Niente di fatto, la rotta è rimasta salda in direzione Sicilia, mentre Malta ribadiva di aver rispettato tutti gli obblighi di legge. Arrivati in acque italiane, la maggior parte ha trovato sistemazione sulla Monte Sperone della Guardia di Finanza, 176 su una imbarcazione di Frontex. Otto persone, tra cui una donna incinta e alcuni bambini, sono state trasportate a Lampedusa per ricevere cure mediche.
Una situazione che ha mandato su tutte le furie il leader del Carroccio convinto della necessità di affermare che "in Italia si arriva solo con mezzi legali", come ha ribadito a Conte, e che "non possiamo cedere, la nostra fermezza salverà tante vite e garantirà sicurezza a tutti". Nessun vacillamento: "Non si può arretrare, in politica estera l'atteggiamento è fondamentale", ha confermato Luigi Di Maio. L
'esecutivo è rimasto compatto. A Palazzo Chigi, Conte si è attivato per chiedere una redistribuzione immediata tra i Paesi Ue, con la minaccia di impedire lo sbarco in caso contrario. Ha sentito al telefono il collega maltese Muscat, poi uno scambio di messaggi con il presidente francese Macron, che ha portato alla loro disponibilità a prendere una quota di migranti. La Farnesina, intanto, ha inviato note diplomatiche alle Ambasciate dei Paesi Ue per sollecitare la disponibilità dei rispettivi Governi ad accogliere, ciascuno, una parte dei 450 soccorsi. Il presidente del Consiglio lo ha ribadito nella lettera al presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker e quello della commissione Donald Tusk: l'Italia non è più disposta a farsi carico in modo isolato di un problema che riguarda tutti i Paesi europei, e vanno applicati immediatamente i principi europei affermati nel corso dell'ultimo Consiglio Europeo di fine giugno.
"In queste prime settimane - ha scritto - ho avuto conferma dei risultati che possiamo ottenere nel generale interesse europeo quando le istituzioni dell'Unione dedicano la dovuta attenzione al tema della migrazione". Poi ha inviato la stessa missiva per conoscenza ai 27 partner, accompagnandola con un'altra in cui ha chiesto "un segnale inequivocabile di condivisione delle responsabilità nella gestione del fenomeno migratorio e di considerare quindi la possibilità di accogliere in un porto e o prendere in carico parte delle circa 450 persone soccorse, mettendo in atto un'azione condivisa a livello europeo".
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