Legittima difesa, trovato l'accordo tra M5S e Lega
Strada definitamente spianata per la nuova legittima difesa. Il vessillo di Matteo Salvini da giocare in campagna elettorale. Nella prima settimana di febbraio alla Camera ci sarà il via libera definitivo. M5S stavolta non si oppone. Non entrano in azione i simpatizzanti di Fico, né tantomeno si muove l'anima più di sinistra dei pentastellati. Non c'è dissenso su un testo che vende un'illusione, quella che si possa, "sempre" e comunque, sparare contro un rapinatore senza poi subire alcuna conseguenza giudiziaria, neppure uno straccio di accertamento.
M5S non protesta. Condivide. In commissione Giustizia alla Camera, tra gli 80 emendamenti presentati, non ce n'è neppure uno dei grillini. Prevale la linea del Guardasigilli Alfonso Bonafede, approvare il testo frutto di un compromesso già stilato al Senato, evitare che la legittima difesa diventi occasione per un nuovo scontro, soprattutto non contribuire a trasformarla in uno spot elettorale per le europee.
Per molti giorni "radio Camera" aveva diffuso la voce che un dissenso grillino, proprio in commissione Giustizia, ci sarebbe stato e avrebbe prodotto uno scontro e forse costretto la maggioranza a un rinvio. Un'opposizione netta al testo approvato al Senato il 24 ottobre che garantisce una difesa "sempre" legittima qualora ci si trovi "in uno stato di grave turbamento" di fronte a un ladro e al solo sospetto che egli sia armato.
Perché la filosofia della nuova legittima difesa - la norma originaria proposta dall'attuale sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, deputato fedelissimo di Salvini - è proprio questa: in una situazione di "grave turbamento", come può essere quella di avvertire la presenza di un ladro in casa, che può attentare alla vita dei propri familiari e ai propri beni, non ci può essere il tempo per "pensare", per valutare l'esistenza di armi e quindi l'opportunità o meno di una reazione con la pistola in pugno. Il sospetto, e quindi la paura, giustificano l'uso delle armi.
Anche colpendo un ladro disarmato o magari già in fuga. Una dinamica condivisa e difesa da Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione, avvocato di grido e prima consigliera di Salvini sulla giustizia.
La novità politica, dopo la presentazione degli emendamenti nella commissione presieduta dalla grillina Giulia Sarti, è la totale assenza di un dissenso tra Lega e M5S. Gli 80 emendamenti testimoniano il forte dissenso del Pd, che chiede, come dice il vice presidente della commissione Franco Vazio, praticamente "di sopprimere l'intero testo". All'opposto Forza Italia vuole renderlo più duro e pretende l'inversione dell'onore della prova. Il responsabile Giustizia forzista Enrico Costa, chiede che tocchi al magistrato dimostrare gli elementi di colpevolezza, mentre chi spara non deve affatto dimostrare le ragioni del suo gesto.
Ancora qualche settimana, e la legittima difesa diventerà legge. Già dalla prossima si vota in commissione. All'inizio di febbraio Lega e M5S otterranno il via libera in aula. Lasciandosi alle spalle i richiami della magistratura. L'ex procuratore di Torino Armando Spataro la definisce "una legge aberrante". L'ex pm di Mani pulite Pier Camillo Davigo dichiara che la nuova legge sarà fermata dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo perché ne infrange le disposizioni (proporzione tra offesa e difesa; non si spara alle spalle).
Il presidente dell'Anm Francesco Minisci appena due giorni fa ha ribadito davanti ai deputati come una norma del genere "presenti vari profili di incostituzionalità". E anche il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin ha invitato la maggioranza a valutare bene "la compatibilità costituzionale" del nuovo articolo 52. Ma i numeri della Camera vinceranno su dubbi e perplessità, anche perché stavolta M5S è d'accordo con la Lega.
Commenti (0)