Green Pass UE: nella traduzione italiana scompare la libertà di non vaccinarsi

Green Pass UE: nella traduzione italiana scompare la libertà di non vaccinarsi

“È necessario evitare la discriminazione di persone che non sono vaccinate”, cioè di chi “sceglie di non farlo”, il vaccino, dice il Regolamento Europeo recentemente approvato e che regola dall’1 luglio i viaggi in Europa.

Ma nella traduzione italiana lo stesso passo del Regolamento diventa creativamente: “è necessario evitare la discriminazione di persone che non sono vaccinate”...“perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate”. La scelta di non fare il vaccino, in italiano, scompare.

Il cosiddetto Green Pass è la certificazione europea che consente di viaggiare in tutti i Paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen senza essere sottoposti a quarantene.

La versione italiana del testo però, che il 1° luglio 2021 è entrato in vigore in Europa come Certificato Europeo sul Covid, ha però questa singolare falla: una discriminazione in piena regola, “garantita” ai cittadini nostrani a canali unificati e nell’indifferenza della classe politica.

L’atto dovrebbe far indignare ma potrebbe anche far sorridere visto il periodo storico di retorica senza quartiere nella lotta a ogni tipo di discriminazioni. In Italia addirittura si è creata per legge, non si sa su quali basi scientifiche (non esiste altrove), una categoria meritevole di essere discriminata a priori, quella sanitaria che è obbligata all’inoculazione del siero. In più chi si rifiuta, oltre al pericolo di perdere il lavoro merita il pubblico ludibrio, a media unificati, da scienziati o presunti tali che viste le affermazioni nel tempo sembrano più in grado di leggere le viscere degli animali che di conoscere l’epistemologia della scienza.

 

L’obbligo di vaccinarsi, per gli operatori sanitari e per chiunque altro, si pone apertamente in contrasto con la Risoluzione del Consiglio d’Europa 2361/2021. Su questa base molti legali italiani si sono attivati per impugnare i provvedimenti emanati nel Belpaese contro i sanitari, con la possibilità di vincere su tutta la linea.

Il Regolamento UE del Green Pass, in vigore dall’1 luglio, dichiara espressamente che chi sceglie di non essere vaccinato non può essere discriminato. I Regolamenti UE non sono aria fritta ma atti giuridici definiti nell’articolo 288 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Sono di applicazione generale, vincolanti in tutti i loro elementi e direttamente applicabili in tutti i Paesi dell’Unione Europea, sono cioè simultaneamente, automaticamente e uniformemente vincolanti in tutte le legislazioni nazionali.

Il Regolamento normativo del Certificato UE ha lo scopo di “agevolare la libera circolazione”. Il tutto in coerenza con quanto stabilito dalla precedente Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 2361/2021, punti 7.3.2. e 7.5.2. Spiegano che il “vaccino” contro il Covid non può essere obbligatorio e che chi “sceglie di non farlo” non deve essere discriminato. Dove si dice che bisogna “garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desidera farlo da solo”; ma anche al punto 7.3.2 dove troviamo scritto che si deve: “garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato”.