Migranti, Salvini: «Prima di autorizzare sbarchi voglio i nomi»
La nave Diciotti verso il porto di Trapani. Il ministro dell’Interno: «I violenti dirottatori dovranno scendere dalla nave in manette». E rivendica: «Con me 21mila sbarchi in meno». Con Conte «c’è una linea comune: rafforzare la sicurezza dei cittadini italiani»
«Le minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo sono molto significative». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al suo arrivo al vertice Nato a Bruxelles, sottolineando l’importanza del rafforzamento dell’hub Nato di Napoli. «Dalla stessa immigrazione - ha detto - potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighters». Di immigrazione il presidente del Consiglio aveva parlato poco prima con il suo ministro dell’Interno, Matteo Salvini. un incontro «andato molto bene - ha detto Conte -. A breve assumeremo iniziative italiane per dare continuità alle conclusioni del vertice Ue di giugno», ha poi precisato.
La sicurezza dei cittadini italiani
Mentre Matteo Salvini, nel giorno del vertice dei ministri dell’Interno Ue, si appresta a portare a Innsbruck un documento sui migranti condiviso da tutto il governo italiano, che rappresenti «la linea comune del governo», che è quella di «rafforzare ancora di più la sicurezza dei cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito il fatto che non possiamo essere lasciati soli».
La nave Diciotti a Trapani
Intanto, sul caso della nave Diciotti, con a bordo i 67 migranti salvati dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa, che arriverà in serata a Trapani, Salvini ha affermato: «Non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che i delinquenti finiscano in galera». La decisione di scegliere Trapani come porto di attracco è stata presa dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.
«No sbarco senza garanzie»
Ma alla luce dei disordini scoppiati a bordo della nave - su cui ieri si è sfiorata la rottura nel governo, con il braccio di ferro tra Salvini e il collega Toninelli, - Salvini ha detto che, una volta a Trapani, i «violenti dirottatori dovranno scendere in manette dalla nave». E che «prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori». Il trasferimento dal mercantile alla Diciotti era stato autorizzato perché a bordo della Vos Thalassa si erano registrati forti momenti di tensione: i migranti temevano di essere riconsegnati ale autorità libiche e quindi costretti a tornare indietro. «Se su quella nave c’è gente che ha minacciato e aggredito non è gente che finisce in un albergo ma è gente che dovrà finire in una galera», ha detto Salvini.
21mila in meno
La politica della fermezza, sostiene il ministro, paga: «Da quando sono ministro dell’Interno, sono sbarcati 21mila immigrati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non mi accontento, voglio fare ancora meglio».
Porti chiusi
Ma la linea dura del Viminale non smette di agitare il governo: sul «no» all’attracco delle navi nei porti italiani si aprono dei distinguo di peso. Luigi Di Maio, a Omnibus, su La7, ha affermato mercoledì mattina: «Non è immaginabile che chiudiamo i porti a una nave italiana», pur assicurando che «con Salvini condividiamo le stesse perplessità». E la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, in un’intervista ad Avvenire ha dichiarato che «Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. L’apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere».
#RestiamoUmani, la protesta
All’ingresso del ministero dei Trasporti, dalla mattina, una cinquantina di attivisti della rete Restiamo Umani – che raccoglie diverse associazioni che si battono per la difesa dei diritti umani – si sono incatenati alla scalinata, in via Nomentana. Indosso, giubbotti di salvataggio e salvagenti. Sui cartelli, le scritte «Obbligo di soccorso», «Diritti annegati», «Umani».Per i manifestanti in protesta davanti al ministero, «bisogna porre subito un freno all’istituzionalizzazione dell’omissione di soccorso e del reato di solidarietà». Una delegazione è stata ricevuta dal capo ufficio stampa del ministro Toninelli. «L’incontro - riferiscono - è stato più che deludente, le risposte che abbiamo ricevuto sono state vaghe ed elusive. Dimostrano una scarsa consapevolezza della tragedia in corso nel Mediterraneo. La protesta pacifica e nonviolenta va dunque avanti».
Il vertice
Quanto alla linea che Salvini sosterrà a innsbruck, l’obiettivo sarà - ha detto il ministro - quello di «impostare con gli altri Paesi Ue il principio di condivisione dei flussi migratori, con soluzioni operative condivise». Ma Salvini ha spiegato che proporrà anche «altre iniziative per alleggerire la presenza di immigrati e clandestini in Italia». «Vedremo di mettere i puntini sulle “i”, ma non ci sarà alcun veto. Contiamo solo sulle nostre capacità di convincimento». Nessuno screzio, assicura poi il vicepremier, all’interno del governo, che «ragiona e agisce con una sola voce e una sola testa». Quanto agli altri componenti del governo, a partire dal ministro dei Trasporti, «sento più Toninelli e Di Maio dei miei genitori. Leggo sui giornali cose divertenti ma, ripeto, parlano i numeri» conclude.
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