Novara, schiave bambine costrette a far divertire il "dottore": smantellata "psicosetta"

Novara, schiave bambine costrette a far divertire il "dottore": smantellata "psicosetta"

Una "psicosetta", potentissima e con base operativa a Novara, è stata scoperta al termine di una complessa indagine dalla Questura di Novara, che ha eseguito in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo numerose perquisizioni oltre che a Novara anche a Milano, Genova e Pavia. A capo della setta, i cui adepti erano in prevalenza di sesso femminile, c'era un uomo di 77 anni.  

"Lui decide tutto, lui sceglie chi puoi frequentare, lui ti lascia frequentare i luoghi fatati o ti punisce". Così alcune delle ragazze che erano finite nella "psicosetta" parlano di quell'uomo che ha gestito il suo harem da padrone assoluto.

L'anziano, come altre 25 persone, è indagato per associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale.

La vicenda della setta, che aveva addentellati anche a Milano, Genova e Pavia, è venuta alla luce due anni fa, quando una giovane si era recata negli uffici della Squadra Mobile di Novara per denunciare tutto quello che aveva subito per anni: era entrata nella setta a 8 anni, spinta da un familiare, ed era ben presto diventata una delle schiave del padrone assoluto.

Nella notte sono state eseguite 26 perquisizioni personali e 21 perquisizioni locali, "che hanno fornito ampio materiale di prova (tra documenti, dvd, pen drive con filmati) alla denuncia della giovane e alle altre testimonianze che abbiamo raccolto nel corso dell'inchiesta e altri particolari" spiega il questore di Novara, Rosanna Lavezzaro. I riscontri hanno documentato che almeno fino al 2011 erano rimaste coinvolte delle bambine.

Le ragazze dovevano essere sempre a disposizione solo del "dottore" e del gruppo di donne che lo affiancava nella gestione della setta: un centro con psicologhe professioniste (nonché membri della setta) aiutava a fare il "lavaggio del cervello" alle prescelte, indotte a lasciare famiglia e amici (quando, invece, non erano proprio i familiari a portarle nel gruppo).

Le "prescelte" venivano introdotte a "pratiche magiche" tra le quali, soprattutto, si annoveravano di tipo sessuale, vere e proprie torture, che servivano, nella logica impartita dal leader, ad annullare "l'io pensante", "accendere il fuoco interiore" ed entrare in un "mondo magico, fantastico e segretissimo".

"Liberarsi da questo giogo - spiegano la dirigente della Mobile di Novara, Valeria Dulbecco, e il dirigente dello Sco, Marco Martino - era davvero molto difficile, perché le ragazze avevano rotto i ponti con la vita reale: il 'dottore' decideva l'indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attività commerciali legate all'organizzazione, con il fine di vincolarle indissolubilmente al gruppo settario".